Democratici verso il congresso Carra: o la va o… spacca il Partito

MANTOVA Meno di due settimane al congresso provinciale dei Democratici, e lo scenario di frattura prefiguratosi nelle scorse settimane si va consolidando: all’assise del 1° ottobre, che sottoporrà al voto tutti i circoli del mantovano, saranno contrapposte le due mozioni facenti capo alle liste di Valeria Missora, sostenuta dai giovani Dem (solo 7 in verità) e da pochi altri amministratori iscritti, fra cui il sindaco di Quistello Gloriana Dall’Oglio, ma soprattutto dal consigliere regionale ed ex parlamentare Marco Carra, e quella del castiglionese Adriano Stabile. Quest’ultimo gode del sostegno, oltre che dell’area Schlein, anche dei bonacciniani, di 22 segretari, della gran parte dei sindaci iscritti, della parlamentare Antonella Forattini.
Non si tratta di una divergenza verso la segretaria nazionale, dal momento che entrambi hanno aderito al comitato di Elly Schlein sin dalla prima ora, quanto piuttosto di un braccio di ferro “esterno” ingaggiato da Carra con il fronte del sindaco Mattia Palazzi. Entrambi, a parole, si erano pronunciati a favore di una candidatura unitaria per decidere il dopo.Marcheselli, ma quell’unitarietà si è invece tradotta in una resa dei conti.
E poiché di conti parliamo, diciamo subito che l’apparente divario fra i sostenitori dei due candidati non dà affatto per scontato l’esito del voto congressuale. Dei 1.461 tesserati certificati del 2022 (247 dei quali nel capoluogo), solo 750 hanno rinnovato sinora la propria adesione, pur avendo tempo per farlo sino al giorno del congresso. Ma la platea degli elettori Dem avente diritto al voto ha registrato una inattesa impennata di nuove iscrizioni nelle ultime settimane con un numero che si avvicina al 23% del corpo elettorale atteso alle urne.
Sono infatti 340 i nuovi iscritti 2023, che non figuravano lo scorso anno. “Effetto Schlein”? Dal fronte Stabile (primo dei non eletti per il congresso nazionale) si è più propensi a credere semmai a un “effetto Carra”, che in fondo è stato il certificatore e presentatore delle firme sostenitrici della Missora. E a questo punto, con l’incognita di un 23% di nuovi ingressi, siamo di fronte a un’incognita che potrebbe fare la differenza in sede di scrutinio.