“L’Australia non esiste”: quando la rete eleva una notizia stupida al rango di scoperta scientifica

Colpo d'occhio

Ad un tratto ho pensato di aver sciupato un paio d’ore. Per qualche secondo le mie certezze hanno vacillato. Stavo guardando uno splendido test match di rugby fra Irlanda e Australia in diretta da Brisbane all’ora di pranzo mentre sul cellulare mi è apparsa una notizia che mi ha fatto sobbalzare.: “l’Australia non esiste. ecco cosa sostengono i terrapiattisti. Pare infatti che un’ autorevole organizzazione di squilibrati

Dalla propria pagina Facebook abbiano condiviso un post col quale sostengono che “ l’Australia non è altro che una bufala creata dal governo britannico per nascondere uno dei più grandi genocidi della storia”. E il pomeriggio comincia in salita. A questo punto ho sentito la necessità di documentarmi. Mi ha colpito profondamente l’idea che qualche squinternato studioso possa delirare a questi livelli e che il risultato di queste elucubrazioni possa addirittura essere scambiato per una notizia degna di nota. E così ho scoperto che sul nostro pianeta, nel 21mo secolo esiste davvero qualcuno convinto che l’Australia non esista. Addirittura questi soggetti dispongono di una pagina Facebook pomposamente intitolata “UNSW Flat Earth Society”.

La pagina ufficiale dei sedicenti “terrapiattisti” che sostengono prevalentemente che la Terra sia piatta. Ma non si accontentano di affermare una bazzecola del genere. Per avvalorare la propria strampalata tesi stanno sostenendo convintamente che appunto

l’Australia non esiste. Come non esistono 24 milioni di australiani. Immagino non esistano neppure a questo punto i 15 wallabies che in campo fingono di giocare con altrettanti compiacenti irlandesi. Eppure i colpi sono durissimi e sembrano veri. Continuo la ricerca e Addirittura trovo su un sito italiano riportata una notizia per la quale i terrapiattisti attribuiscono al governo britannico la responsabilità della falsa notizia che da secoli pare reggere fra i creduloni abitanti del pianeta terra, con la quale si nasconde la terribile realtà: così avrebbero nascosto un genocidio.

A questo punto sto cominciando a piangere. Mi prende lo sconforto e torno sulla loro pagina ufficiale dove leggo testualmente che i britannici avrebbero perpetrato delle uccisioni di massa di criminali che ufficialmente venivano deportati e che “L’Australia non esiste, tutto quello che chiamate prove sono in realtà bugie ben fabbricate dai governi di tutto il mondo. I vostri amici australiani? Sono solo attori o robot e fanno parte di un complotto mondiale. Se pensate di essere stati in Australia, vi sbagliate di grosso. I piloti d’aereo sono coinvolti e vi hanno portati sulle isole vicine – o addirittura in Sud America – dove hanno sgomberato la zona e assunto attori che interpretano dei veri australiani». Il mito australiano parrebbe quindi sia stato creato per nascondere uno dei più grandi genocidi della storia:

«L’Australia è una delle più grandi bufale mai create e voi siete stati tutti ingannati. Unitevi al nostro movimento, e fate sapere che li avete smascherati. Fate sapere che è tutta una copertura. (…) Dicono di aver trasportato 162mila persone per circa 80 anni, e loro ormai sono morti. In realtà non hanno mai raggiunto quella terra promessa».

Spengo il telefonino per un attimo e mi fermo a fissare il vuoto. Molte delle

Mie certezze improvvisamente crollano. Poi all’improvviso mi sento rinsavire. Mi chiedo infatti per quale motivo un’organizzazione del genere non abbia ancora preso piede in Italia. Possibile che nemmeno un parlamentare dei 5 stelle si sia ancora dichiarato convinto terrapiattista? Che ad oggi non sia ancora stata presentati una proposta di legge al parlamento romano che ribalti le teorie copernicane? Tutto molto strano. Speriamo si tratti di una bufala di qualche buontempone che in ritardo rispetto al 1 di aprile abbia confezionato un pesce per creduloni. Ma poi mi accorgo che il numero dei soggetti che segue la pagina Facebook cresce a vista d’occhio. E mi rendo conto che nell’era dei social network c’è posto per tutti. Sulla rete come nella società. In politica come nello sport. Sto diventando forse troppo vecchio per tutta questa modernità ma credo che prima o poi tutto ciò andrà in qualche modo regolamentato. Altrimenti il rischio è che la fantasia superi la realtà. Ma forse è già successo e ancora non ce ne siamo accorti del tutto. Così dopo le scie chimiche, la psicosi da vaccini e il bicarbonato per curare il cancro abbiamo una nuova frontiera delirante da esplorare per i complottisti nostrani affezionati viaggiatori sulla rete. La mia giornata rugbistica continua con un altro test match. Stavolta giocano Francia e all blacks. E mi assale un dubbio atroce: ma se l’Australia non esiste la Nuova Zelanda invece? Devo avvisare i terrapiattisti: abbiamo un nuovo filone da investigare per il bene del mondo e il trionfo della verità! Ma soprattutto devo avvisare i francesi: anche loro giocheranno contro dei robot. Non possono vincere.

Gianni Fava